Siamo stati nella meravigliosa Trani, ospiti di ALegra Group: una realtà giovane, frizzante e dinamica, nata per promuovere l’unicità del nostro territorio. ALegra nasce dal piacere di stare insieme, diffondendo musica, intrattenimento e cultura. Quella che ha inizio come una piccola realtà, in poco tempo si evolve, avviando alcune strutture diverse tra loro ma con un unico filo conduttore. ALegra diventa così un punto di riferimento non solo per il target locale, ma anche regionale.
Siamo stati negli uffici di ALegra Group per farci raccontare di più su questa realtà in forte crescita da Antonio M. De Feudis, Ceo del Gruppo.



Ciao Antonio, ci racconti un po’ com’è nata l’idea di questo progetto e come si è evoluto?
Diciamo che ALegra Group è una bella realtà partita nel 2013 da “Il Vecchio e il mare”, anno dopo anno si è arricchita di figure professionali e locali.
Poco dopo lo scoppio della pandemia ci diciamo va bene, abbiamo tirato su un po’ di locali, abbiamo molti progetti su cui lavorare, ora dobbiamo creare un bel contenitore che possa ispirare le persone a lavorare e creare un legame, un rapporto di fiducia e un rapporto identificativo con i clienti.
Nasce proprio così ALegra Group.
ALegra è un nome che nasce per caso, perché ci andava di trasmettere il messaggio giocoso, leggero, e nasce ALegra come allegra/allegro ma con una sola L. Un naming un po’ buttato a caso.
Attorno ad ALegra comincia a crearsi una storia, come? Con la comunicazione sicuramente, ma anche attraverso le storie delle persone che compongono ALegra, attraverso le storie dei locali, perché noi lavoriamo tantissimo con la comunicazione, ma come ripetiamo tante volte, per noi la comunicazione è un megafono, se ci butti dentro un messaggio positivo, il megafono ti amplifica il messaggio positivo, se ci butti dentro qualcosa che non è buono uscirà una ca*ata. Quindi questo è molto importante.
Nasce ALegra che racchiude un pochettino tutti i locali.
ALegra si pone poi l’ambizione di curare il processo dell’attività dalla A alla Z e quindi all’interno di ALegra oltre alle 2 operative (quindi all’insieme dei bar, delle cameriere, dei camerieri, degli store manager ecc), è nata l’amministrazione, quindi il reparto interno che gestisce il cuore pulsante di ALegra dal punto di vista del business, e l’agenzia di comunicazioneQuesto percorso è iniziato 2 anni fa e continua perché ci saranno tantissime novità. L’Agenzia di Comunicazione prenderà vita per conto suo e l’amministrazione si spingerà sempre di più nell’utilizzo della Business Intelligence.



Questo sogno di creare qualcosa come ALegra, c’è sempre stato o è nato col tempo?
Questo sogno è un’azione diventata sogno. Non eravamo consapevoli di quello che poteva diventare e di quello che poteva essere. Siamo partiti senza ambizioni, siamo partiti perché ci divertivamo a fare delle serate e questa è la nostra storia.
Perché quando siamo partiti tutti quanti noi eravamo PR, quindi esisteva un solo ruolo all’interno della Società, poi abbiamo capito con il passare del tempo che ognuno di noi si doveva specializzare in determinati settori del business, però siamo nati come PR e non ci aspettavamo niente…
Anche perché poi la strada è così impervia e così in salita, che se ti guardi indietro dici “cavolo non lo rifarei mai”. Quindi all’inizio c’è stata un po’ di sana inconsapevolezza e con questa sana inconsapevolezza abbiamo fatto tante scelte rischiose, come ad esempio ribaltare la logica de “Il vecchio e il mare”. Prima “Il vecchio e il mare” era una discoteca chiusa con un recinto attorno, quando l’abbiamo presa in mano noi, la prima cosa che abbiamo fatto è stata levare questo recinto, levare le chiusure e aprirla a tutta la piazza senza biglietti. Ci davano dei pazzi, dicevano ma è possibile che ora levate il biglietto e se ora qualcuno non consumerà? Beh, siamo partiti che l’80% non consumava e il 20 consumava, ora siamo arrivati che il 100% consuma e la battaglia si gioca non se fanno o meno la prima consumazione, ma se fanno la seconda se non la terza. Quindi è stato importante.
In quel momento quell’inconsapevolezza, quel pizzico di follia ci ha permesso di fare delle scelte coraggiose che non erano dettate dal business e dall’analisi, ma erano dettate solo ed esclusivamente dall’istinto. Quindi inconsapevole, avventura inconsapevole.
Poi con la maturità delle persone e dell’azienda, sono ulteriori sfide e sono nate le responsabilità.
I sogni ci sono ma per scaramanzia non li voglio dire. Di sogni ce ne sono tantissimi.



Tu prima hai parlato di PR, diciamo che questo ruolo vi ha permesso di vivere a contatto con molte realtà diverse, e di conseguenza anche di capire quali sono i punti di forza dei locali, proprio per questo volevo chiederti in cosa vi differenziate rispetto ai competitor?
Parliamo di ALegra nel suo complesso, quindi parliamo di decisioni consapevoli. Essere consapevoli attraverso i dati del business, attraverso un confronto con tutti: clienti, fornitori ed interni sulle decisioni da prendere.
Cerchiamo di prendere sempre delle decisioni consapevoli attraverso l’analisi dei dati, e questo è fondamentale. Vuol dire che ci dobbiamo dotare di strumenti in grado di decidere bene e a questo punto non abbandonarci più all’istinto di cui parlavamo all’inizio.
Secondo punto è la reputazione, per noi è fondamentale: preferiamo non chiudere contratti, non incontrarci con determinati fornitori o clienti per salvaguardare la nostra reputazione. Il nostro ritorno è sicuramente economico perché siamo un’Azienda e quello è il nostro obbligo, ma è un ritorno che non dev’essere per forza monetario, può essere anche reputazionale. Quindi per noi la reputazione conta tantissimo, l’importante è che il cliente si fidi di noi e i fornitori ci vedano come dei partner e datori di lavoro molto seri, e poi la struttura aziendale. A differenza di molte realtà, noi abbiamo dotato tutti questi locali di una struttura aziendale, il che vuol dire una serie di decisioni prese a cascata attraverso una gerarchia, processi decisionali definiti, processi aziendali ben definiti. Questo lo rende un po’ più farraginoso, però lo rende più adatto alla scalabilità, a rendere questa serie di locali un insieme di locali ancora più grande.
Quindi in sostanza, decisioni consapevoli, reputazione, e struttura aziendale.



Hai parlato di reputazione, quindi dell’immagine che vuoi trasmettere di te e del Gruppo. A proposito di questo, ti chiedo quali sono invece i valori che tu vuoi comunicare alle tue persone?
È un tema che si lega assolutamente a quello della reputazione. I nostri valori aziendali sono l’elemento fondante di questa realtà che ha un set valoriale molto alto. Ci sono dei valori che appartengono a noi come esseri umani: lealtà, correttezza, sincerità, e poi ci sono dei valori che appartengono al mindset aziendale più strutturato: efficienza, efficacia, orientamento al risultato, problem solving, proattività invece che reattività. Dobbiamo essere sempre più veloci del competitor, del cliente, del fornitore nel fare qualche cosa. Ci riusciamo sempre? Assolutamente no, però ci proviamo e per questo è un valore.
Tema molto importante anche l’etica e la morale per un’interfaccia interna ed esterna all’Azienda, oltre che impegno e sacrificio, valori decisamente importanti.

Ricollegandoci al discorso di prima, abbiamo parlato di competitor, abbiamo detto che per essere un passo avanti bisogna investire sulla digitalizzazione. A proposito di ciò, come pensi che digitalizzazione possa aiutare la crescita della vostra realtà?
La digitalizzazione è un tema che non appartiene solo a noi. È un tema presente nella vita di tutti, bisogna avere l’innovazione e la digitalizzazione all’interno della cultura aziendale, capirne fin da subito l’importanza, imparare a pensare e strutturare un processo in base a quelle che sono le regole proprie dell’informatizzazione.
E per noi è fondamentale perché i dati sono la nostra ossessione, quindi ci serve soprattutto come supporto alle decisioni. E poi essere digitali in un mondo digitale ci permette di stare al passo con quelli che sono i cambiamenti della società, e noi che miriamo ad essere dei trade setter, dobbiamo anticipare quel cambiamento e molto spesso la digitalizzazione ci ha dato l’opportunità di prevedere piccoli cambiamenti all’interno della società e metterli in pratica prima che quelli diventassero estremamente popolari. Possiamo pensare al qr code, che è una cosa che durante la pandemia ha avuto uno sviluppo incredibile, che non era preso proprio in considerazione, ma da quasi 8 anni a questa parte noi connettiamo i dati sul meteo, perché le cassiere in chiusura segnavano il vento, la temperatura e il tipo di giornata. È importante capire il cambiamento climatico. Il cambiamento climatico oltre che una questione sociale è anche una questione di business molto importante. Perché far durare la stagione estiva di un locale da 3 mesi, a 6 mesi o a 9 mesi, ne cambia un aumento del fatturato incredibile. Parliamo del 30, 40, 60%, vuol dire che posso fare ulteriori spese, aumento di personale ecc.

E infatti grazie a quei dati abbiamo assistito al cambiamento, anno dopo anno delle stagioni, cambiamento climatico o no, i tempi si sono dilatati, tanto che ora si può arrivare a chiudere a fine ottobre una stagione estiva, cosa impensabile prima.
Quindi digitalizzazione vuol dire per noi velocità e velocità attraverso la digitalizzazione dei dati vuol dire velocità di business.
Un altro tema importantissimo è nel continuo cambiamento nei gusti dei giovani, nell’attenzione che cala sempre di più e all’immediatezza. Immediatezza vuol dire velocità. Prima ci accontentavamo di vedere una foto, poi un video, poi il video è dovuto diventare di 1.30, poi 1 minuto, poi 30 secondi. Ora su Tik Tok 10 secondi e l’attenzione l’ho abbandonata. Questo vuol dire velocità. Devo essere veloce nel comprendere come stanno cambiando i gusti della gente, inserirmi lì e colpire commercialmente, e questo farlo multi-locale e multi-target. Quindi il concetto di digitalizzazione è strettamente collegato con il concetto di velocità.
Digitalizzazione vuol dire anche automatizzare, con l’automatizzazione noi possiamo scalare i nostri locali, quindi passare dal controllo di 1-2-3, al controllo di 30-50-100. Per me è importante mettere la parola digitalizzazione/innovazione in correlazione con la velocità e con scalabilità. Questo vuol dire che con un’Impresa Digitale noi ne possiamo aprire 10, con un’Impresa Analogica vuol dire che ne possiamo aprire 2, perché bisogna stare a controllare tutto quanto.

Perfetto Antonio, ti ringraziamo per la tua testimonianza. Prima di salutarti ci lasci con un tuo motto?

Ce l'ho! Se non hai abbastanza problemi, significa che non stai andando abbastanza veloce.